
Dopo il sisma del 2012, la Regione Emilia Romagna versa 600mila euro per la moschea, già finanziata dal Qatar(fondamentalismo islamico); alle chiese cattoliche distrutte, niente.
A Mirandola infatti, di fatto la concattedrale della diocesi, l’edificio è lasciato come quella notte in cui la Bassa emiliana dovette svegliarsi di soprassalto e iniziare il lungo calvario chiamato terremoto. Don Carlo Truzzi, parroco di Mirandola, amareggiato ha detto alla Nuova Bussola Quotidiana: “La Moschea è stata riaperta e il nostro Duomo no – lo dice con disappunto, ma senza voler fare polemica alcuna con gli enti locali -. Però non so altro, perché non sono stato invitato all’inaugurazione della moschea”.
Il centro culturale islamico che sorge in via Serafina dove un tempo c’erano le scuole della frazione è stato completamente risistemato e messo in sicurezza. Con un costo di circa un milione di euro, donati per 600mila euro dalla Regione Emilia Romagna e per i restanti 400mila euro da una fondazione islamica con sede in Qatar.

“Mille euro di multa a chi offende e vilipende il Crocifisso. Rispettare le minoranze non vuol dire delegittimare la storia e la cultura del nostro Paese”
Gli episodi di intolleranza verso Chiese e simboli sacri da parte di soggetti islamici e di vandali satanisti e atei militanti è in forte aumento nel mondo e non solo in Medio Oriente, negli ultimi tempi ne abbiamo segnalati moltissimi, tra cui il continuo furto di Ostie consacrate ed il vilipendio di Crocifissi ed immagini sacre in molte chiese e monumenti in aree pubbliche. L’odio anticristiano dei satanisti e degli atei militanti è molto simile all’odio dei fondamentalisti islamici, spesso è anche peggio. Basti pensare all’accanimento contro il crocifisso nei luoghi pubblici da parte di sindaci Pd ed esponenti del M5S…lo temono quanto i vampiri, incredibile ma vero! Tutto ciò è paradossale, non aiuta l’integrazione, ma favorisce il terrorismo islamista ed il dilagare della barbarie e dell’inciviltà.
http://www.ansa.it/lombardia/notizie/2016/06/05/militante-m5s-via-crocifisso-da-seggio_0dddc0ea-5630-4f46-82a7-ac0085d368dd.html
La proposta porta la firma di nove deputati, primo firmatario è Roberto Simonetti, con lui ci sono Paolo Grimoldi, Guido Guidesi, Barbara Saltamartini, Gianluca Pini, Stefano Allasia, Filippo Busin, Giuseppina Castiello e il capogruppo Massimiliano Fedriga.

Aiuto alla Chiesa che Soffre al Meeting di Rimini 2016: I volti della persecuzione anticristiana, gli interventi per non lasciarli soli
Sono tante le iniziative concrete di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” in favore dei cristiani perseguitati. Aiuto alla Chiesa che soffre risponde al terrorismo con azioni concrete di aiuto speranza ed evangelizzazione.
Aiuto alla Chiesa che Soffre sarà dal 19 al 25 agosto al meeting di Rimini 2016 con una rassegna di 500 metri quadri sulla persecuzione anticristiana dal titolo: “La vostra resistenza è martirio, rugiada che feconda”. I volti della persecuzione anticristiana, gli interventi per non lasciarli soli.

La denuncia del Card Bagnasco: “L’Europa vuole creare un ordine mondiale senza Dio. Decadenza dell’Europa laicista: cristiani perseguitati da leggi ingiuste”.
Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana muove il suo ragionamento proprio dalla vita del martire Lorenzo. Lorenzo fu ucciso dall’imperatore Valeriano nel III secolo, eppure – osserva il Cardinale – “se osserviamo il mondo, di Valeriani ne troviamo moltitudini”.

Quando Santa Chiara scacciò i saraceni con il Miracolo della Santa Eucaristia
Si narrano episodi di moltiplicazione di pane, di bottiglie di olio comparse quando in convento era del tutto assente.
Ma il più famoso tra i miracoli da lei operati è quello accaduto nel 1240, un venerdì di settembre, in cui Chiara di fronte ad un assalto di soldati saraceni penetrati con la forza anche nel chiostro del suo convento di S. Damiano, riesce a metterli in fuga mostrando loro l’Ostia Santa.
Questo Miracolo Eucaristico è citato nella “Leggenda di Santa Chiara Vergine”, scritta da Tommaso da Celano e descrive il Miracolo operato da Santa Chiara d’Assisi che con il Santissimo Sacramento riesce a respingere le truppe saracene al soldo dell’imperatore Federico II di Svevia.
«In quel periodo travagliato che la Chiesa attraversò in diverse parti del mondo sotto l’impero di Federico, la valle Spoletana beveva più spesso delle altre il calice dell’ira.
Erano stanziate lì, per ordine imperiale, schiere di soldati e nugoli di arcieri saraceni, fitti come api, per devastare gli accampamenti, per espugnare le città. E una volta, durante un assalto nemico contro Assisi, città particolare del Signore, e mentre ormai l’esercito si avvicina alle sue porte, i Saraceni, gente della peggiore specie, assetata di sangue cristiano e capace di ogni più inumana scelleratezza, irruppero nelle adiacenze di San Damiano, entro i confini del monastero, anzi fin dentro al chiostro stesso delle vergini.
Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d’Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone. Conquistata dall’esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa. Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l’Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà». Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243.

La gloria di San Lorenzo, diacono e martire
Agli odierni cristiani d’Europa, lontani nella mente, nel cuore e nei luoghi da dove centinaia e centinaia di seguaci di Cristo soffrono le persecuzioni del 2000, può essere utile l’esortazione che Sant’ Agostino di Ippona rivolse ai suoi fedeli, ricordando il martire Lorenzo:
“Come voi già sapete, egli apparteneva, in questa chiesa, all’ordine dei diaconi. È là che egli amministrò il sangue prezioso di Cristo, è là che versò il proprio sangue per il nome di Cristo. Amò Cristo nella sua vita e lo imitò con la sua morte” (Discorso 304, n. 1). Il santo Dottore ha riassunto in queste brevi parole l’essenziale della vita di san Lorenzo. A Roma, lui stesso aveva assistito per parecchie volte all’anniversario del santo Martire, celebrato sempre con splendore (Discorso 303, n. 1). Infatti, come i santi Apostoli, san Lorenzo aveva il privilegio di una Vigilia solenne, in ricordo di quella notte gloriosa in cui subì il martirio. Il beato apostolo Giovanni espose chiaramente il mistero della Cena del Signore, dicendo: «Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3, 16). Lorenzo ha compreso tutto questo. L’ha compreso e messo in pratica. E davvero contraccambiò quanto aveva ricevuto in tale mensa. Amò Cristo nella sua vita, lo imitò nella sua morte. Anche noi se davvero amiamo, imitiamo. Non potremmo, infatti, dare in cambio un frutto più squisito del nostro amore di quello consistente nell’imitazione del Cristo, che «patì per noi, lasciandoci un esempio, perché ne seguiamo le orme» (1 Pt 2, 21).” PREGHIERA A SAN LORENZO DIACONO E MARTIRE

S. Teresa Benedetta della Croce,(Edith Stein), Compatrona d’Europa, martire per la Verità
“Ave Crux, Spes unica”
“Ti salutiamo, Croce santa, nostra unica speranza!” Così la Chiesa ci fa dire nel tempo di passione dedicato alla contemplazione delle amare sofferenze di Nostro Signore Gesù Cristo.
Il mondo è in fiamme: la lotta tra Cristo e anticristo si è accanita apertamente, perciò se ti decidi per Cristo può esserti chiesto anche il sacrificio della vita.
Contempla il Signore che pende davanti a te sul legno, perché è stato obbediente fino alla morte di Croce. Egli venne nel mondo non per fare la sua volontà, ma quella del Padre. Se vuoi essere la sposa del Crocifisso devi rinunciare totalmente alla tua volontà e non avere altra aspirazione che quella di adempiere la volontà di Dio.
Di fronte a te il Redentore pende dalla Croce spogliato e nudo, perché ha scelto la povertà. Chi vuole seguirlo deve rinunciare ad ogni possesso terreno. Stai davanti al Signore che pende dalla Croce con il cuore squarciato: Egli ha versato il sangue del suo Cuore per guadagnare il tuo cuore. Per poterlo seguire in santa castità, il tuo cuore dev’essere libero da ogni aspirazione terrena; Gesù Crocifisso dev’essere l’oggetto di ogni tua brama, di ogni tuo desiderio, di ogni tuo pensiero.
Il mondo è in fiamme: l’incendio potrebbe appiccarsi anche alla nostra casa, ma al di sopra di tutte le fiamme si erge la Croce che non può essere bruciata.
La Croce è la via che dalla terra conduce al cielo. Chi l’abbraccia con fede, amore, speranza viene portato in alto, fino al seno della Trinità.
Il mondo è in fiamme: desideri spegnerle? Contempla la Croce: dal Cuore aperto sgorga il Sangue del Redentore, Sangue capace di spegnere anche le fiamme dell’inferno. Attraverso la fedele osservanza dei voti rendi il tuo cuore libero e aperto; allora si potranno riversare in esso i flutti dell’amore divino, sì da farlo traboccare e renderlo fecondo fino ai confini della terra.
Attraverso la potenza della Croce puoi essere presente su tutti i luoghi del dolore, dovunque ti porta la tua compassionevole carità, quella carità che attingi dal Cuore divino e che ti rende capace di spargere ovunque il Suo preziosissimo Sangue per lenire, salvare, redimere.
Gli occhi del Crocifisso ti fissano interrogandoti, interpellandoti. Vuoi stringere di nuovo con ogni serietà l’alleanza con Lui? Quale sarà la tua risposta? “Signore, dove andare? Tu solo hai parole di vita”. Ave Crux, spes unica!
(Edith Stein, Vita, Dottrina, Testi inediti. Roma, pp. 127-130.)

San Domenico di Guzman e il Santo Rosario, la preghiera più forte per vincere i nemici della fede
O santissimo sacerdote di Dio, glorioso confessore ed eminente predicatore, beato Domenico, uomo eletto del Signore; al tuo tempo tu sei stato tra tutti l’oggetto delle sue compiacenze e delle sue predilezioni per la tua vita gloriosa nei miracoli e nella dottrina; ora noi godiamo di vederti presso il Signore Dio come nostro particolare intercessore.
Verso di te, che io venero al di sopra di tutti i santi e di tutti gli eletti di Dio, verso di te io grido dal fondo di questa valle di lacrime. Vieni in aiuto, o padre buono, vieni in aiuto, o clemente, te ne prego, alla mia anima peccatrice, priva di ogni grazia e virtù, carica di miserie, stretta nei legami del vizio e del peccato; soccorrila nella sua afflizione e nella sua infermità.
La grazia divina ha sparso sulla tua anima beata e benedetta la ricchezza delle sue benedizioni, con tale pienezza che non soltanto ha sollevato te alla dimora del riposo, al seggio della pace e alla gloria celeste; ma, per la forza trasportatrice della tua mirabile vita, lo stimolo delle tue dolci esortazioni, la luce della tua soave dottrina e gli appelli della tua ardente predicazione, ha anche condotto alla stessa beatitudine una folla innumerevole di altre anime.
Vieni, dunque, Domenico benedetto, e nel tuo affetto paterno porgi l’orecchio ai voti assidui della mia supplica. Cercando in te rifugio, la mia anima povera e mendicante si prostra ai tuoi piedi con tutta l’umiltà di cui è capace. Languente, essa si trascina penosamente davanti a te. Moribonda, si sforza come può di rivolgerti le sue suppliche. Per la potenza dei tuoi meriti e per l’efficacia delle tue buone preghiere, degnati di renderle la vita e la salute e di colmarla dell’abbondanza delle tue benedizioni. Lo so, sì, lo so e sono certo che tu lo puoi fare.
E ho fiducia che, nella tua grande carità, tu pure lo vuoi. Io spero nell’estrema familiarità che sempre hai avuto con Gesù Cristo, il tuo diletto scelto tra mille, che non te lo rifiuterà; io lo so che tu otterrai dal tuo Signore e amico quanto ti piacerà. Amato in tal modo, come potrebbe rifiutare qualcosa a colui che egli ama?
Tu, nel fiore della tua giovinezza, hai votato la tua verginità alla bellezza dello sposo delle vergini.
Hai consacrato la tua anima, rivestita del candore del santo battesimo e arricchita dello Spirito Santo, al castissimo amante delle vergini.
Hai offerto il tuo corpo come ostia viva, santa e gradita a Dio.
Plasmato da un’educazione divina, ti sei consacrato interamente a Dio.
Istruito per tempo nella disciplina regolare, hai disposto nel tuo cuore le strade dell’ascensione verso Dio.
Una volta entrato nel cammino della perfezione, hai abbandonato ogni cosa; e hai seguito nudo il Cristo nudo, preferendo accumulare tesori nel cielo. E con energia ancor maggiore, hai rinunciato a te stesso e, portando virilmente la croce, ti sei applicato a seguire le tracce dell’unica vera guida, il nostro redentore.
Infiammato dello zelo di Dio e di ardore soprannaturale, per la tua carità senza confini e il fervore dello spirito veemente ti sei consacrato tutt’intero col voto della povertà perpetua all’osservanza apostolica e alla predicazione evangelica; e, per questa grande opera, con alta ispirazione della Provvidenza, hai istituito l’Ordine dei Frati Predicatori.
In tutto l’universo hai fatto brillare sulla santa Chiesa la luce gloriosa dei tuoi meriti e dei tuoi esempi. E, liberato dalla prigione della carne, sei salito fino alla corte celeste. Così, nell’ornamento del tuo primo vestito di innocenza, sei arrivato vicino al Signore per essere il nostro avvocato.
Oh, vieni dunque in mio soccorso, te ne supplico, vieni in soccorso di tutti coloro che mi sono cari. Tu che hai desiderato così ardentemente la salvezza del genere umano, vieni in aiuto del clero e del popolo, delle vergini e delle donne devote. Dopo la beata Vergine nostra regina sei tu la mia dolce speranza, la mia consolazione, il mio particolare rifugio. Siimi propizio e soccorrimi. In te solo io mi rifugio; davanti a te solo oso sempre comparire: ecco, mi prostro ai tuoi piedi e supplice ti imploro, a te mi raccomando, a te interamente mi abbandono. Degnati di ricevermi con bontà, di custodirmi, di proteggermi, di aiutarmi e di farmi ritrovare col tuo intervento la grazia di Dio, oggetto dei miei desideri. Per mezzo tua mi sia fatta misericordia e meriti di ottenere il rimedio ai mali della vita presente e la salvezza dell’anima nella vita futura.
Sì, sì, mio ottimo maestro, così sia; io ti supplico, illustre guida, padre sostentatore, beato Domenico; sì, te prego, assistici in tutti i nostri bisogni; sii per noi veramente Domenico, vigile custode del gregge del Signore. Custodiscici sempre e non cessare di governare tutti quelli che ti sono stati affidati; rendici puri e purificati raccomandaci. E, dopo questo esilio, presentaci di nuovo con gioia al Signore di benedizione, al tuo diletto, all’onnipotente figlio di Dio Gesù Cristo e nostro salvatore, al quale solo appartiene l’onore, la lode, la gloria, in compagnia della gloriosa corte dei cittadini del cielo, nei secoli dei secoli e per l’eternità. Amen.
San Domenico ha promosso e divulgato la preghiera del Rosario, come lode alla Santissima Vergine Maria e come un invito a meditare i misteri di Cristo, in compagnia della Madonna, che è stata associata in modo speciale all’Incarnazione, Passione e Resurrezione del Suo Figlio. San Domenico, ispirato dallo Spirito Santo, istruito dalla Santa Vergine e dalla sua personale esperienza, fin che visse predicò il Santo Rosario con l’esempio e con la parola, nelle città e nelle campagne, ai grandi e ai piccoli, ai sapienti e agli ignoranti, ai cattolici ed agli eretici. Il Santo Rosario, ch’egli recitava ogni giorno, era la sua preparazione alla predica e il suo appuntamento dopo la predicazione.
Biografia di San Domenico di Guzman a cura di fra Roberto M. Viglino op
Il santo di Nagasaki che con il Santo Rosario vinse anche la bomba atomica
Il film mescola sapientemente la presa diretta e le immagini, agghiaccianti, di archivio e ci restituisce una storia che il mondo ha tenuto sin troppo sotto traccia.
Takasashi discende da una famiglia di nobili samurai confuciani e scintoisti, ma non sono queste credenze a dominare la sua gioventù. Piuttosto lo è l’ateismo di cui sono intrisi gli ambienti scientifici che frequenta. Studia, infatti, Medicina, e si specializza in Radiologia. E arriva alla fatidica Nagasaki, lui che è originario di Matsue. Al letto di morte della madre, nel 1930, Takasashi comincia però un lungo, profondo viaggio alla ricerca del senso dell’esistenza non pago delle risposte preconfezionate e stolide del razionalismo.
FOTO ORIGINALI DI TAKASASHI E FIGLI